IL MACINACAFFÈ: UNA STORIA DI AROMA E DI DESIGN DI PRODOTTO

I macinacaffè sono uno strumento irrinunciabile per tutti gli amanti del caffè. Ecco la loro storia: dagli antichi modelli manuali in legno ai performanti macinini moderni dall’altro contenuto di design di prodotto.

Oggetto amato da tutti i puristi del caffè, il macinino da caffè sta vivendo ultimamente una nuova giovinezza. Dopo essere stato messo in soffitta per anni, vittima della grande diffusione del caffè in polvere, oggi questo antico attrezzo torna nelle nostre case. E lo fa con una veste nuova: di design, dalle dimensioni contenute e facile da usare. Per tutti quelli che vogliono un caffè preparato a regola d’arte, senza rinunciare alla praticità.

Già, il macinino è uno strumento irrinunciabile per portare l’esperienza del caffè a un livello superiore anche in casa. Dopo appena 15 minuti dalla sua macinatura, il caffè perde, infatti, circa il 65/70% degli aromi. Macinare il caffè sul momento permette, invece, di conservare meglio l’aroma e regala un profumo più avvolgente e un gusto più fresco. Non a caso, il caffè in grani è quello più utilizzato da bar e ristoranti.

Senza contare che questo attrezzo permette a ognuno di creare la propria miscela. Sì, perché non esiste un solo tipo di macinatura. I chicchi vengono macinati in modo diverso a seconda del caffè che si desidera bere. Se, ad esempio, il caffè con la moka richiede una macinatura media, per il caffè espresso la polvere deve essere molto fine.

Ma quando nasce il macinacaffè? E qual è la sua storia?

Il macinacaffè tra storia e leggenda

Attrezzo in gran parte avvolto dal mistero, il macinacaffè compare nel XVI secolo, quando il vino d’Arabia (come veniva chiamato allora il caffè) comincia a diffondersi in Europa. All’inizio, sembra che non fossero impiegati veri e propri macinacaffè, ma macinini per le spezie. Questi strumenti, però, non erano in grado di lavorare bene i chicchi di caffè: la grana era poco uniforme e il caffè veniva macinato in modo troppo fine. Inoltre, i contenitori erano molto piccoli. Diventò, insomma, subito evidente che i macinaspezie non erano adatti allo scopo.

Nello stesso periodo, ci fu chi provò a usare i mortai per macinare il caffè. Anche questo sistema mostrò, però, presto i suoi limiti. I mortai non garantivano una grana uniforme e, per di più, richiedevano uno sforzo fisico e un tempo eccessivi. L’esigenza di inventare uno strumento per macinare i grani di caffè apparve, dunque, non più rimandabile.

Non si conosce con precisione né l’anno in cui è stato creato il primo macinacaffè né il nome del suo inventore, l’unica cosa (forse) certa è che i primi macinini da caffè sono stati prodotti in Turchia. I primi esemplari europei videro, invece, la luce in Francia agli inizi del XVIII secolo. Si trattava di piccole opere d’arte. Il caffè era, infatti, all’epoca un lusso che si potevano concedere solo i nobili. Per questo i macinini erano realizzati da maestri artigiani con materiali altrettanto lussuosi come l’oro, l’argento o pregiate essenze in legno.

Il primo macinino da caffè come lo conosciamo oggi viene, invece, costruito nel 1799 da un fabbro inglese, Richard Dearmann. È, infatti, soltanto quando il caffè diventa una bevanda popolare che il macinino si trasforma da costosa opera d’arte in un più economico oggetto in legno. Macinare il caffè a casa diventa un’abitudine diffusa.

Come erano composti i primi macinacaffè

I primi macinini da caffè erano delle piccole scatole in legno. I chicchi di caffè tostati venivano inseriti nella scatola e poi macinati a mano ruotando una manovella, fino a ottenere la quantità di caffè desiderata. Il caffè in polvere veniva raccolto in un cassetto posizionato sotto le macine.

Tra i maggiori produttori di macinacaffè dell’epoca c’era Peugeot, il marchio francese oggi conosciuto in tutto il mondo per le auto. I primi modelli di Peugeot erano tutti in legno. In seguito, si aggiunsero macinini in ceramica, ghisa e bachelite e fecero la loro comparsa anche i macinacaffè professionali, più grandi e con ancoraggi per fissarli sui piani di lavoro.

La nascita dei macinacaffè elettrici

Il 1957 segna un’altra piccola rivoluzione: la nascita del macinacaffè elettrico. L’oggetto ottiene un grande successo, raggiungendo oltre 3 milioni di vendite nel giro di pochi mesi. Un successo durato, però, solo pochi anni. Di lì a breve appare, infatti, nei supermercati il caffè in polvere. La comodità di avere il caffè già macinato senza costi eccessivi rende i macinini poco interessanti agli occhi di molti. Un declino che sembra diventare inarrestabile con l’arrivo delle cialde e delle capsule per preparare il caffè espresso a casa. O forse no?.

I macinacaffè oggi: design e performance

A dispetto delle previsioni, il macinino da caffè negli ultimi anni è tornato in auge. Il rituale della macinatura è stato riscoperto, anche se i macinini si sono rinnovati nella forma e nelle funzioni. I modelli contemporanei coniugano, infatti, performance di tipo professionale con un’estetica accattivante. Per rendere ancora più speciale il nostro caffè quotidiano, senza rinunciare però allo stile. Un obiettivo perfettamente espresso da Nemo-Q, il macinacaffè progettato da Delineo per Quamar.

NEMO-Q, il macinacaffè di Quamar disegnato da Delineo

Lo scopo del progetto era quello di progettare e disegnare un macinino elettrico compatto che potesse integrarsi facilmente nell’ambiente domestico. Uno scopo raggiunto attraverso uno studio attento di product design della disposizione di tutte le componenti contenute all’interno del corpo principale.

Non solo. Le forme morbide e la ricca tavolozza di colori di Nemo-Q lo rendono un macinino dal design moderno, ergonomico e accogliente. Un oggetto in grado di dialogare con gli altri elettrodomestici della cucina, che può inserirsi con discrezione in qualsiasi ambiente. Per godere anche in casa dell’aroma avvolgente che solo la macinatura dei chicchi di caffè, sa offrire e di un macinacaffè dal design di prodotto curato al minimo dettaglio.

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